I proverbi

Sito sul paese di Cautano-Cacciano

 

 

Addu troppo jalli cantano nun schiara mai juorno

(dove cantano troppi galli nun fa mai giorno,dove ci sono troppe divergenze non ci si mette mai d’accordo .)

Chi va cu u zuoppo ncapa a n'anno è zuoppo e cecato.

(Chi frequenta lo zoppo dopo un anno è zoppo e cieco.)

Ngopp u cuotto l’acqua vulluta.

(sulla scottatura ,acqua bollita,Le disavventure seguono a catena.)

I soldi de l’avaro se fotte u scialaccone

(i soldi dell’ avaro li consuma il dispendioso.)

 Megliu murì sazio, che campà diunu.

(Meglio morire sazio che vivere digiuno. )

U vino buono si venne senza frasca.

(Il vino buono si vende senza pubblicità)

Ogni fungo fuggi, ogni carna mangia, fosse puru de curnacchia.

(Non mangiare funghi di alcun tipo, mangia carne di tutti i tipi fosse pure di corvo.)

Pocu pizza e chiena e cennera

(Poca pizza e piena di cenere,spesso la scarsità di cibo e accompagnata anche da poca qualità.) 

Chi chiagne fotte chi ride

(chi piange frega chi ride.)

U cucuzzo si coce cu l'acqua soia stessa.

(La zucca cuoce nella sua stessa acqua.)

Appena trasi pane e casu, doppu trasuto pane peruto.

(Appena si entra pane e formaggio, dopo entrato pane ammuffito. Riferito alla convivenza tra suocera e nuora quando non è delle più serene.)

Piglia pizza pe torta.

(Scambia pizza per torta. E'  simile al "prendere lucciole per lanterne")

E' meglio esse capu e saraca che coda e cefalu.

(E' meglio essere testa di aringa che coda di cefalo. E' sempre meglio avere una posizione di responsabilità, anche in un contesto molto piccolo che essere un semplice esecutore, fosse pure in un contesto grande )

Pizzichi e vasi nun fannu pertusi.

(Pizzichi e baci non lasciano conseguenze. Le effusioni tra fidanzati, anche se non incoraggiate, non venivano considerate un danno irreparabile, poiché non veniva intaccata la verginità, considerata un valore inestimabile.)

Stommaco vacante ragione nun sente.

(A stomaco vuoto non si ragiona)

Saccu vacante nun si reie allerta.

(Sacco vuoto non sta in piedi. Se non ci si alimenta, non si ha neanche la forza di stare in piedi)

Pensa prima pe tè, po pe i tuoi, po pe l'ati si puoi.

(Provvedi prima per te stesso, poi per quelli che ti sono vicini e in fine per gli altri se puoi. E' un'esortazione a curare i propri interessi, tenendo conto sempre del contesto ambientale.)

Chi si veste cui panni e l'ati priesto, si spoglia.

(Chi si veste con i panni altrui, presto si spoglia. Assumendo atteggiamenti e/o comportamenti non propri , si viene, inevitabilmente, scoperti. Spesso è riferito anche a chi si arricchisce in modo truffaldino)

Chi tene cientu figli l'alloca, chi ne tene unu l'affoca.

(Chi ha cento figli li sistema, chi ne ha uno lo affoga. Inteso nel senso che, poiché, lo vizia, lo danneggia. )

Chi mangia sulu s'affoca.

(Chi mangia da solo si strozza. Stigmatizza le persone molto egoiste.)

Pane assuttu vita longa.

(Solo pane, vita lunga. La frugalità assicura una lunga vita.)

  Pigliate ‘a bona, quanno te vène, ca ‘a malamente nun manca maje


(Prenditi la buona occasione, quando ti capita, che la cattiva non manca mai )

 Nu’ sputa’ ‘ncielo, ca ‘nfaccia ti vene.


(Non sputare in cielo, ché ti ricadrà sul volto.
Non commettere delle azioni che si potrebbero ritorcere contro te stesso. )

Fa diebbeti e nun pavà, ca cui diebbeti nun si more e ngalera mancu si va.

(Fai debiti e non pagare, perché con i debiti non si muore né si va in prigione.)

Guarda u attu e frii u pesce.

(Guarda il gatto e friggi il pesce. E' un invito a stare sempre allerta.)

Chi vole va e chi nun vole cumanna.

(Chi vuole va e chi non vuole comanda.E' un invito ad agire in prima persona, quando si vuole ottenere qualcosa.)

A mamma pe' u figlio fa u muorzo piccerillo, u figlio pe' a mamma arape tantu na canna.

(La madre per il figlio, mangia poco, il figlio per la madre spalanca la bocca. Sottolinea la disponibilità delle madri a sacrificarsi per i propri figli che a volte non si accontentano e continuano a sfruttare tale disponibilità, senza alcuna gratitudine. )

E' inutile che ti pitti e che t'allisci: la donna pe' esse bella c'adda nasce.

(E' inutile che ti imbelletti e ti prepari: la donna per essere bella ci deve nascere. E' un modo per sottolineare la disapprovazione per l'eccessivo uso di belletti, quando questi hanno il fine nascondere il proprio aspetto.)

La donna è bella pe' natura, quannu chiù sciocca è, chiù bella pare.

(La donna è bella per natura e quando più semplice è più bella sembra.La semplicità è un valore che esalta la naturale bellezza.)

Chi nun vole carne e vitiellu si mangia chella e bufalo.

(Chi non vuole carne di vitello mangia quella di bufalo. E' riferito in particolare a chi avendone l'opportunità rifiuta di migliorare la sua condizione economica)

Lavenna a capa au ciuccio ce piedi au tempo e u sapone

(a lavare la testa al ciuco si perde tempo,a tentar di far cambiare idea a un testardo si perde tempo.)

Attacca  ‘o ciuccio a du vole u padrone

(lega il ciuco dove vuole il padrone.)

U sapagno nun e’ mai guadagno.

(il risparmio non e’ mai guadagno.)

U sazio nun crede u diuno.

(chi è sazio non crede a chi è digiuno)

 Viesti ceppone ca pari barone.

(un buon vestito serve a migliorare l'aspetto di una persona male andata)

Tre su i scemi: chi fuma a salluta, chi va a cavallo a scesa e chi dice ti oglio bene a mugliera.

(Tre sono gli sciocchi: chi fuma camminando in salita, chi va a cavallo in discesa e chi dice alla moglie: ti voglio bene. Sciocco chi si danneggia da solo (fumando), chi è imprudente (andando a cavallo in discesa) e, poiché era considerato segno di debolezza manifestare i propri sentimenti, anche se positivi, chi non manteneva a debita distanza la moglie.)

Femmene e pizze su bone massizze.

(Donne e pizze sono buone massicce.La robustezza fisica della donna è ricercata in una società fondata prevalentemente sul lavoro agricolo, cosi' come un pasto abbondante, per poter sopportare le fatiche della campagna)

Muoneci, prieveti e cani sempe cu nu taccheru mmani.

(Monaci, preti e cani sempre con una mazza in mano.Tenere sempre lontano quelli che da te vogliono qualcosa.)

Scostati cautaro, ca mi tingi.

(spostati caldaia, perché mi tingi)

Quannu era vivo tata iavamo nniretu nniretu, mo ch'è muortu tata iamu nnanzi nnanzi.

 (Quando era vivo papà andavamo indietro indietro, adesso che è morto papà andiamo avanti avanti. Il tutto si riferisce ai figli seduti intorno al fuoco ma con un significato più profondo in quando con la morte del padre ci si sente quasi sperduti per cui ci si stringe intorno al fuoco, quasi a voler vedere nel fuoco la figura paterna che da vivo li guidava e dava loro calore e sicurezza. Esplicito anche il richiamo alla situazione economica precaria che non consente neanche di avere un bel fuoco, per cui mentre prima, i figli si allontanavano per il troppo calore, adesso sono costretti ad avvicinarsi sempre più.)

U Pataterno accussi m'è creato: scarpe attaccate cu fierru filato.

(Padre eterno cosi' mi ha creato:scarpe legate con ferro filato.Molto fatalista, accetta la condizione in cui si trova non potendola né volendola modificare)

Chi nun sente a mamma e u patre si trova sperdutu addu nun sape.

(Chi non ascolta la madre e il padre si trova sperduto dove non sa.E' un invito ad ascoltare i consigli dei genitori)

Una leuna nun fa fuoco,doie leunene fannu pocu, tre leune fucariello,quattu leune fuocu bellu.

(Una legna non fa fuoco,due legne ne fanno poco,tre legne fuocherello,quattro legne fuoco bello.In senso ampio: l'unione fa la forza.)

Quannu u attu nun arriva a u lardu dice che è de rancido.

(Quando il gatto non arriva al lardo, dice che è rancido.Quando non si può ottenere una cosa la si disprezza.)

Quannu u ciuccio nun vole veve ai voglia du fiscà.

(Quando l'asino non vuole bere è inutile fischiare.Quando non si ha la volontà è inutile incitare)

Alla festa du patrono resta apierto ogni pertone.

(Alla festa del patrono resta aperto ogni portone. In segno di festa e ospitalità.)

Si la matassa fosse la mia rumpesse lu capo e truvasse la via.

(se la matassa fosse mia romperei il filo e troverei il modo di dipanarla. E' un modo di esprimere il proprio disaccordo, rispetto a decisioni prese da altri, che non sono giudicate abbastanza risolute.)

I ciucci avanzano e li cavalli restano.

(Gli asini camminano e i cavalli stanno fermi.Si usa quando non si riconoscono meriti a chi fa dei progressi sia di carriera che economici.)

A te figliu parlo, tu nora m'intienni.

(A te figlio parlo, a te nuora mi rivolgo.E' un modo di dire, che si usa quando si inviano dei messaggi indiretti a persone che non si possono o non si vogliono, affrontare direttamente e quindi ci si rivolge ad altri.)

L'abitu nun fa u monaco e a chirica nun fa u prevete.

(L'abito non fa il monaco e la tonsura non fa il prete.{La seconda parte è un rafforzativo}.)

U figliu ‘e attu acchiappa i sureci e i figli ‘e allina raspanu nterra.

(Il figlio del gatto prende i topi e i figli di gallina razzolano nel terreno. Il proverbio si usa per sottolineare che l'ambiente familiare di provenienza, delle persone, è determinante per sviluppare le capacità professionali.


Scart frusc' e vene primmera
(Eviti una scartina e te ne capita una peggiore .)

U dolore è de chi s'u sente, no e chi passa e tremente.

(Il dolore è di chi lo sente non di quelli che passano e guardano. Usato, in particolare, in caso di eventi luttuosi, si ritiene che la solidarietà e la partecipazione non leniscono il dolore.)

A chi panni n'cassa a chi bona fortuna.

(Chi ha i panni nella cassa e chi ha buona fortuna. Alcune ragazze restano con il corredo preparato altre hanno la fortuna di maritarsi.)

Male cane buonu iazzo.

(Cattivo cane buon giaciglio. Spesso, proprio chi non si comporta bene, gode dei migliori agi.)

Cu nu no t’spicci, cu nu si, t’impicci


(Quando dici di no non ti trovi nei guai come quando, invece, dici di sì.)

Tecchete e dammi campo cient’anni. Tecchete senza dammi nun campo manco n’ anno


(Lo scambio reciproco di aiuti e cortesia migliora l’amicizia e gli affari; quando si riceve aiuto e cortesia senza ricambiare, amicizia e affari durano poco.)

Porta co’ te ca magna co’ me


(Porta il cibo con te e mangia con me! )


‘A pecura paccia a casa torna


(La «scappatella» prima o poi si conclude con un ritorno a casa.)

 

Quannu dui si vuonno, cientu nun c'ha puonnu.

(Quando due si vogliono, cento nulla possono.Quando l'amore tra due persone è vero, non ci sono ostacoli che lo possono impedire.)

I guai da pignata 'e cunosce sulu a cucchiara.

(I guai della pentola li conosce solo il mestolo.Solo chi ci è molto vicino conosce i nostri problemi.)

Nun ti fa pecura ca u lupu ti mangia.

(Non farti pecora altrimenti il lupo ti mangia.L'eccessiva arrendevolezza porta ad essere sopraffatti facilmente dagli altri.)

I sfuttuti puru 'nparavisu vannu.

(I burlati pure in paradiso vanno.Anche quelli che sono oggetto di scherno, prima o poi saranno gratificati.)

U troppu sapé, guasta u sapé.

(Il troppo sapere, guasta il sapere.Il sapere, ostentato con saccenteria, non è apprezzato.)

A carne si jetta e i cani s’arraggiano

(la carne si spreca e i cani s’inferociscono,riferito a situazioni di abbondanza e carestia vicine.)

a gli atta ,pe ji ‘e pressa ,fece i figli cecati

(la gatta frettolosa fece i figli ciechi.)

Chi troppo sparagna,arriva a jatta e su mangia

(chi troppo vuol risparmiare,arriva la gatta e se lo mangia,nel senso chi troppo rischia può rimetterci.)

Chi ti sape t’ arape.

(chi ti conosce ti deruba.)

Mi pare e nun mi pare pijao tren’anni.

(mi sembra e non mi sembra e fu condannato a trent’anni.)

Senza  denari nun si cantano messe.

(senza soldi non si dice messa.)

Chi fraveca e sfraveca, nun perde maje tiempo


(Chi fa e disfa, non perde mai tempo. Si usa a commento delle inutili opere di taluni, che non portano mai a compimento le cose che cominciano, e il loro comportamento si traduce in una perdita di tempo non finalizzata a nulla. )

 Vutta 'a pretella e annasconne 'a manella


(Lancia un'idea e poi fa finta di niente,dire una malignità sotto forma di cortesia)

 

 

 

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